






Formazione a cura dello Studio Martorelli
Il «tempo d’attacco» è un concetto che si può sintetizzare come adeguata tempestività tra alzata e dinamica esecutiva della schiacciata.
Si parla in particolare di:
Il tempo è fondamentale: si tratta di far partire la rincorsa (e quindi l’attacco) nel momento giusto, in modo da arrivare a colpire la palla nel punto più alto possibile.
Questo è il tempo più difficile: l’attaccante inizia la rincorsa dopo che la palla è uscita dalle mani del palleggiatore e l’alzata è nel punto più alto della sua parabola e comincia la fase di discesa. La palla è impattata durante la fase discendente.
E’ importante partire dopo la palla, in questo modo la rincorsa può correggere eventuali alzate non precise, valutandone la traiettoria prima della rincorsa d'attacco.
Quindi il tempo di attacco è sempre diverso perché dipende dalla parabola in alzata in quanto si parte dopo che la palla è uscita dalle mani del palleggiatore.
Il terzo tempo è la schiacciata più difficile perché:
Nell’attacco di secondo tempo, l’attaccante parte nel momento in cui l’alzatore sta per toccare la palla e di conseguenza si trova sul primo passo della rincorsa (passo 1, cioè il sinistro per i destrimani, ovvero il 2° appoggio), quando il palleggiatore ha la palla in mano.
La palla è impattata nel punto morto superiore, all'inizio della parabola discendente della palla che ha una traiettoria leggermente più alta di quella del primo tempo.
Per gli attacchi di primo tempo, l’attaccante deve essere allo stesso passo della palla che sta arrivando all’alzatore.
Quando l’alzatore sta per palleggiare, l’attaccante - specialmente nella pallavolo maschile - di solito è già in fase di stacco (primo tempo anticipato) così da dare meno tempo all'avversario per posizionare la difesa.
La palla è dunque impattata durante la fase ascendente della traiettoria d'alzata.
Gli attacchi sono funzione del ruolo del giocatore che ne viene coinvolto.
Nella pallavolo, come in tutti gli altri sport, l’utilizzo degli schemi serve a scegliere ed automatizzare quella che in quel momento rappresenta la soluzione migliore per segnare il punto.
Si tratta quindi di una analisi della differenza di caratteristiche tra i nostri giocatori in attacco e gli avversari in difesa:
...e tante altre domande che rappresentano la tattica di gioco…
Nelle squadre professionistiche, ma anche in certe squadre particolarmente evolute, le caratteristiche si studiano e si valutano anche dai video delle partite precedenti, così da avere già una situazione abbastanza chiara prima ancora di iniziare la partita (match analysis).
Nelle gare invece dove non abbiamo analizzato la storia precedente della squadra avversaria, non conosciamo le caratteristiche dei giocatori, non sappiamo che tipo di difesa impostano, sia le atlete che l’allenatore devono accelerare i tempi di analisi e cercare di trovare i punti deboli degli avversari in breve tempo.
Una volta individuata la tattica da adottare, attraverso le chiamate dell’attacco il palleggiatore, su consiglio dell’allenatore, imposta il gioco nel miglior modo possibile.
I gesti usati dal palleggiatore e le chiamate dell’attacco, in linea di massima sono standardizzati, cioè quasi tutti gli alzatori seguono un codice simile, anche se ogni squadra, ovviamente, può decidere in modo differente e avere i suoi piccoli segreti.
Con una sola mano si possono chiamare più di dieci schemi. Gli alzatori infatti, con sole cinque dita, utilizzando un codice internazionale, riescono a chiamare dieci numeri.
Chiamate d'attacco
L’uno è l'indice, il due indice e medio e così via. La presenza del pollice indica i numeri dal cinque in su: quindi pollice e indice significano sette e non due. Il pugno è il dieci.
I palloni avanti al palleggiatore si indicano con numeri dispari, quelli dietro con numeri pari.
Nel maschile, peraltro, la tendenza è che c’è un rapporto più stabile tra palleggiatore (indicato di solito negli schemi con P) e centrale (indicato di regola con C), di modo che se il palleggiatore è spostato il centrale lo segue.
Inoltre l’anticipo è un pochino maggiore perché il palleggiatore prende palla più in alto rispetto al femminile, per cui il centrale deve compensare il tempo di stacco.
L’attacco è il momento conclusivo delle due fasi che costituiscono il gioco, quella di cambio palla (sigla CP) della ricezione – attacco e quella del break point (sigla BP) relativa alla sequenza battuta – muro – difesa – contrattacco.
Il nome cambio palla e la fase break point sono rimasti dal vecchio sistema di gioco ante anno 2000, quando venne introdotto il rally point system attuale. Oggi, come già detto altrove, si parla rispettivamente di fase ricezione-punto e fase battuta-punto.
Avere dei buoni attaccanti è il requisito base (ma non sufficiente) per arrivare alla vittoria. I colpi d’attacco sono diversi:
In assoluto, il primo colpo d’attacco che deve essere insegnato fin dalla giovane età agli atleti/e è il pallonetto.
Pallonetto è propriamente un palleggio effettuato ad una mano (ma a volte anche a due mani) che sorprende l'avversario passando ad esempio sopra o lateralmente al muro, oppure appena oltre rete nel campo avverso.
Infatti è veramente difficile trovare giocatrici e giocatori bravi nell’effettuazione di questo colpo; la difficoltà consiste nel nascondere l’intenzione, rendendolo poco leggibile dai difensori.
Il pallonetto può essere effettuato con un tocco breve e morbido delle dita, evitando di colpire la palla, oppure spinto attraverso un’azione più accentuata a carico del braccio teso, evitando di “portare“ troppo la palla per non incorrere nel fallo.
Questo tipo di colpo è tra quelli sviluppatisi negli anni con l’evoluzione del gioco.
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Amichevole Italia - Olanda, 26.07.2013 – Pallonetto della Arrighetti | Pallonetto di Michieletto a EuroVolley 2021 |
Ci sono tecnici, specie in alto livello, che non amano particolarmente questo tipo di attacco. La ragione è che contro questo colpo e diventa veramente difficile trovare accorgimenti difensivi all’altezza.
L’ultima frontiera del fondamentale è il pallonetto a due mani. Ma le difese come possono arginare questo tipo di soluzione offensiva?
Durante il 6 contro 6 in allenamento si prova sia il colpo d’attacco sia il movimento difensivo. Serve il famoso riconoscimento del gesto.
Quando si intuisce che l’attaccante sta andando a completare questo tipo di colpo, il difensore deve accorciare immediatamente la propria posizione e reagire.
La palla piazzata (o attacco piazzato) è una palla che viene spinta con una mano o con due mani con una traiettoria, che può essere tesa o a pallonetto, verso un punto del campo avversario lasciato particolarmente sguarnito dalla difesa.
Si può fare piedi a terra o con stacco o salto senza rincorsa, e si basa sull'errore di posizionamento, non sulla sorpresa o la forza.
Una via di mezzo tra pallonetto e attacco piazzato è la smorzata. La smorzata è il colpo attraverso il quale si cerca di scavalcare il muro avversario, indirizzando la palla nella zona più scoperta della difesa avversaria, generalmente il centro del campo.
Consiste praticamente in un colpo piazzato, con la mano che, posizionata un po’ più bassa rispetto al colpo normale, imprime rotazione alla palla con il movimento in avanti del polso abbinato alla distensione del braccio; ne risulterà una parabola appena accennata, morbida, che indirizza la palla sull’obiettivo cercato.
La schiacciata è da tutti considerata il colpo principe perché più spettacolare della pallavolo. Esistono diversi tipi di schiacciate:
La rincorsa per eseguire la schiacciata prevede tre fasi: la rincorsa vera e propria con il salto, il colpo sulla palla con l'azione di frusta del braccio e poi la ricaduta.
La rincorsa è composta di 3 passi (tutto ciò che precede tale esecuzione fa parte della preparazione alla rincorsa vera e propria e consiste in una serie di piccoli spostamenti che dipendono da dove mi arriva l'alzata, dalla posizione del campo in cui sono, dal tipo di attacco che sto per eseguire).
Passi rincorsa attacco destrosoL'ultimo passo, molto corto, è quasi un balzo, deve essere rapidissimo ed il piede di chiusura deve essere leggermente girato all'interno rispetto alla traiettoria della rincorsa: in questo modo si facilita la conversione della rincorsa in slancio verso l'alto.
La sequenza ottimale per i giocatori destrorsi prevede di partire con il piede destro in avanti ed eseguire la progressione di passi Sinistro - Destro - Sinistro (per i mancini è tutto esattamente speculare: Destro - Sinistro - Destro).
La velocità della rincorsa deve essere crescente: il primo passo serve per avvicinarsi al pallone, mentre gli ultimi devono essere velocissimi e devono dare il giusto slancio per il salto.
All'ultimo passo le braccia sono completamente slanciate all'indietro, in modo da poter essere utilizzate per migliorare l'elevazione. Lo stacco avviene a due piedi e contemporaneamente entrambe le braccia si slanciano in avanti ed in alto.
La sequenza ottimale per i giocatori destrorsi prevede di partire con il piede destro in avanti ed eseguire la progressione di passi Sinistro - Destro - Sinistro (per i mancini è tutto esattamente speculare: Destro - Sinistro - Destro).
La velocità della rincorsa deve essere crescente: il primo passo serve per avvicinarsi al pallone, mentre gli ultimi devono essere velocissimi e devono dare il giusto slancio per il salto.
All'ultimo passo le braccia sono completamente slanciate all'indietro, in modo da poter essere utilizzate per migliorare l'elevazione. Lo stacco avviene a due piedi e contemporaneamente entrambe le braccia si slanciano in avanti ed in alto.
Una volta eseguito il colpo, le braccia si chiudono verso il basso ed al centro del corpo, prima il sinistro e poi il destro (naturalmente il contrario per i mancini).
La ricaduta deve avvenire nel limite del possibile su entrambe le gambe, sia per renderla meno traumatica, sia per arrestare lo slancio in avanti ed evitare l'invasione.
Per eseguire un buon attacco è importante infine scegliere la giusta direzione di rincorsa e il giusto tempo di stacco.
Direzioni rincorsa attacco
La direzione della rincorsa cambia in funzione della zona del campo e della mano che colpisce il pallone.
Per un destrorso la rincorsa da zona 4 deve partire da fuori campo ed avere un angolo di circa 45°, da zona 2 deve partire da dentro il campo ed essere quasi perpendicolare alla rete.
Per un mancino l'esatto opposto: da zona 4 rincorsa da dentro il campo e perpendicolare alla rete, da zona 2 da fuori campo ed a 45°.
In zona 3, per entrambi i tipi di giocatore, la rincorsa deve avere un angolo compreso fra 60° e 90° rispetto alla rete (c'è solo un'eccezione di cui parleremo più avanti: l'attacco in fast).
Tutte queste variazioni di traiettoria sono per cercare di avere sempre a disposizione, da qualsiasi posizione di attacco, tutti i possibili angoli (parallela, diagonale, diagonale stretta).
La pallavolo ha una struttura del movimento finalizzata al raggiungimento dell’obiettivo (fare punto!). La sequenza fondamentale per ogni giocatore è la seguente:
Nella pallavolo la palla non si può fermare! Nella pallavolo la palla si passa da un giocatore all'altro e da un campo all'altro per regolamento. Questo aspetto determina in maniera assoluta il sistema di allenamento tecnico-tattico.
Non solo: diviene di importanza assoluta la tecnica nel controllo della palla, perché il margine di errore è minimo non potendo trattenere la palla.
Questo ha come risvolto necessario che nell'allenamento di un giocatore si ha una richiesta di volumi di allenamento importanti.
Nella pallavolo si distinguono tre fasi:
All'avvio dell'azione con la battuta, la squadra in servizio si trova in fase break point, quella che riceve il servizio in fase cambio palla. Esaurite queste due fasi, si passa nel gioco di transizione. Generalmente, nella pallavolo di alto livello, la fase di transizione è più frequente nel femminile, mentre nel maschile è più difficile per via dei colpi più potenti e più difficili da difendere.
Il nome di questa fase è rimasto dai tempi in cui, prima dell'avvento del rally point system, ad ogni punto conseguito in questa fase, corrispondeva il cambio palla al servizio. Oggi si tende a parlare anche di "fase ricezione".
Nel cambio palla, si distinguono i seguenti momenti fondamentali:
La ricezione è un fondamentale che prevede diverse tecniche situazionali:
L’alzata è un fondamentale che prevede diverse tecniche situazionali:
L’attacco è un fondamentale che prevede diverse tecniche situazionali:
La copertura d’attacco è un fondamentale che prevede diverse tecniche situazionali, che è funzione della casistica.
Nella fase break point, si distinguono i seguenti momenti fondamentali:
Il servizio è un fondamentale che prevede diverse tecniche situazionali:
Il muro è un fondamentale che non presenta differenziazione tecnica particolare ma le esigenze di gioco indicano delle strategie di adattamento situazionale funzionali utilizzate dai giocatori combinando le tecniche di spostamento in campo con le tecniche di adattamento e orientamento del piano di rimbalzo.
La difesa è un fondamentale che non presenta particolare differenziazione tecnica rispetto alla ricezione, se non nelle strategie di adattamento situazionale funzionali utilizzate dai giocatori dato che ci si difende da un attacco, e non dal servizio.
La ricostruzione (o alzata di ricostruzione) è un fondamentale che prevede diverse tecniche situazionali in bagher o palleggio, per consentire il contrattacco.
Il contrattacco è un fondamentale che, al pari dell'attacco visto precedentemente, prevede diverse tecniche situazionali per cercare di fare punto.
Nella fase di transizione, si distinguono i seguenti momenti fondamentali:
Rispetto al break point, manca come si nota il servizio, per il resto i fondamentali sono i medesimi.
Per "tecnica di base" si intende un'azione specifica che compie il giocatore di pallavolo nell'ambito di uno dei fondamentali di gioco (ricezione, alzata, attaco, etc.).
Occorre precisare sin da subito che spesso si confondono le tecniche di base con i fondamentali, ma la differenza è sostanziale: ad esempio, nel fondamentale della ricezione, io posso ricevere in bagher, oppure in palleggio, oppure con un tuffo ad una mano.
Quindi la tecnica è un mezzo per giocare, è una prestazione motoria che consente di risolvere una situazione di gioco in una determinata situazione, non il fondamentale stesso!
Questa è una delle caratteristiche fondamentali della pallavolo, che non a caso è detta "open skill", perchè la tecnica non è il fine stesso della prestazione, come accade invece in altri sport (tuffi nel nuoto, ginnastica artistica, etc...).
Vengono chiamate "tecnica di base" in quanto devono far parte del bagaglio tecnico di ogni giocatore, dovrebbero essere appresi fin dai primi anni nei quali il bambino si dedica al gioco (ovvero a partire dal minivolley). Le tecniche di base, tuttavia, non permettono e non completano il bagaglio motorio di un pallavolista per sviluppare al meglio la sua capacità di gioco. Ogni giocatore deve quindi seguire un percorso specialistico: presupposti motori, tecniche relative ai vari ruoli e le zone di competenza, etc.
Tecnica e tattica sono rispettivamente i mezzi e la strategia con cui il giocatore arriva a soddisfare le pulsioni primarie del gioco e dell’agonismo. Infatti la TECNICA è l’insieme dei mezzi per giocare ed è l’espressione organico-muscolare della motricità del giocatore, mentre la TATTICA è la strategia per competere ed è l’espressione coodinativa e psicologicocognitiva del comportamento del giocatore.
La pallavolo è uno sport situazionale, ovvero due azioni successive, per quanto simili, non saranno mai identiche.
Il palleggio è una tecnica finalizzata, ovvero è generalmente l'assist che il palleggiatore mette in atto per l'attaccante che schiaccerà.
In realtà, il palleggio si usa anche in altri contesti, come in fase di ricezione o di difesa, oppure per eseguire un attacco piazzato in una certa zona per cui si tratta di una tecnica importantissima.
A seconda che la palla venga inviata davanti, dietro o lateralmente al corpo abbiamo rispettivamente il palleggio avanti, il palleggio dietro e il palleggio laterale. In generale, il palleggio è uno delle tecniche di base più importanti in quanto si impostano con esso quasi tutte le azioni d'attacco e di contrattacco.
Come tecniche specialistiche del palleggio si hanno:
La tecnica del bagher consiste nel respingere il pallone con la parte radiale o con la parte interna delle braccia unite.
A seconda delle varie direzioni in cui si muovono le braccia si avrà:
Il bagher in avanti (o frontale) è quello più utilizzato, anche perchè è quello che consente un controllo migliore della palla: è il passaggio con le braccia che invia la palla davanti al corpo.
Quando il pallone in arrivo ha una velocità limitata si accompagna il bagher utilizzando anche le gambe, in modo da imprimergli la forza necessaria per spostarlo (ad esempio in ricezione su battuta float).
Quando invece il pallone in arrivo è molto forte come in ricezione su una battuta in salto o in difesa per contrastare una schiacciata, il bagher si utilizza come piano di rimbalzo, stando praticamente immobili, in quanto la velocità va attutita o comunque limitata, per consentire il controllo successivo del pallone da parte di un compagno.
L'uso del bagher è legato alla ricezione della battuta, alla difesa e in qualsiasi altro tocco dove la palla è troppo bassa per essere palleggiata o schiacciata.
Quando nel 1952 sono apparse le prime respinte a braccia unite si è parlato di "salvataggio" non potendo classificare bene il colpo. Sono stati i cecoslovacchi ad usare per primi la tecnica delle braccia unite per respingere i palloni che arrivavano a grande velocità: le braccia venivano messe sotto la palla, come una scavatrice cioè nella loro lingua "bagher", per cui il gesto ha poi assunto tale denominazione.
La schiacciata rappresenta la tecnica base più caratteristica della pallavolo, quella più spettacolare e che generalmente piace di più ad atleti di ogni età poichè permette di "mettere la palla a terra" e di fare punto. È il colpo o lo "schiaffo" che si dà alla palla, con una sola mano, cercando generalmente di colpire il più forte possibile affinché l'avversario non riesca a giocarla.
Condizione necessaria perché una schiacciata risulti efficace, è l'esecuzione della stessa in salto, in modo da colpire la palla quando si trova più alta del piano superiore della rete. Si può saltare dal posto o con la rincorsa. Una volta effettuato lo stacco si cerca di sfruttare al massimo l'elevazione per colpire il più in alto possibile la palla onde evitare le mani del muro.
La schiacciata infatti si compone di due momenti: la rincorsa e il colpo sulla palla. La rincorsa si compone essenzialmente di due passi, o meglio, di un passo ed un balzo. Tutto ciò che precede tale esecuzione fa parte della preparazione alla rincorsa vera e propria.
Sono considerate tecnice di base evolute, varianti della schiacciata:
La battuta è la rimessa in gioco della palla in ogni azione, ed è determinante al fine della costruzione dell’azione offensiva dell’avversario per cui la possiamo identificare come il primo tocco di attacco della squadra.
La tecnica di base è il cosiddetto servizio (o battuta) float piedi a terra: in verità, nel minivolley e nelle categorie Under 12 e Under 13 la tecnica di base è la battuta dal basso, ma per consuetudine si fa riferimento alle categorie senior, per cui la float è quella considerata di base.
Sono considerate tecniche specialistiche:
Le tecniche di spostamento in campo sono importanti per la corretta gestione del campo di gioco, riduerre i tempi di intervento nella propria area di competenza e consentire poi l'uso delle tecniche di gioco. I tre passi principali sono i seguenti:
Le tecniche di oerientamento e adattamento del piano di rimbalzo del muro, non vanno confuse con il fondamentale del muro.
Le braccia vanno sempre mantenute molto vicine alla rete, facendo bene attenzione a non toccarla; devono inoltre essere iperestese, con le spalle spinte in avanti e la testa tenuta indietro, in modo tale da non perdere mai di vista il campo avversario.
Un errore comune consiste nell’incassare la testa, spostando di conseguenza lo sguardo verso il basso: vedere l'attacco è la condizione essenziale per murare.
Il muro può essere sia difensivo che offensivo: nel primo caso viene chiamato soft block o di contenimento, e ha come obiettivo deviare la palla verso l’alto, facendola rallentare in modo che sia più semplice da gestire per la difesa; in questa azione, i palmi delle mani vanno tenuti verso l’alto, con le dita rivolte all’indietro.
Si parla invece di roof block (muro a tetto) per designare una spettacolare azione offensiva effettuata al fine di reindirizzare la potenza e la velocità dell’attacco direttamente nel campo avversario.
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muro di contenimento (soft block) |
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muro a tetto (roof block) |
Glossario archeologico
In questa sezione proponiamo un piccolo glossario dei termini archeologici che si possono trovare nelle pubblicazioni.
Il glossario non ha la pretesa di esaustività, ma solo di fornire un primo aiuto a chi ne ha bisogno.
Elenco dei termini dalla lettera A alla lettera C.
Elenco dei termini dalla lettera D alla lettera F.
Elenco dei termini dalla lettera G alla lettera L.
Elenco dei termini dalla lettera M alla lettera P.
Elenco dei termini dalla lettera Q alla lettera T.
Elenco dei termini dalla lettera U alla lettera Z.
Elenco dei corsi di Informatica organizzati ed erogati su richiesta. Per consultare l'offerta formativa, cliccare sul titolo del corso per accedere alla scheda completa.
Per informazioni su costi, date e modalità di iscrizione contattare:
indicando il codice del corso di interesse riportato nella relativa scheda di dettaglio.
I corsi saranno attivati al raggiungimento di un numero minimo di partecipanti e tenuti o in presenza, presso il Cliente o l'ente, scuola o associazione richiedente, o in modalità FAD (Formazione A Distanza).
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