La battuta o servizio della pallavolo è l'azione che da inizio al gioco, in ogni set.
Il giocatore sta dietro la linea di fondocampo colpisce la palla in modo che raggiunga il campo avversario in un unico gesto.
L'obiettivo è ovviamente di segnare un punto, facendola atterrare all'interno del perimetro di validità. La fase battuta punto si può ritenere come la massima espressione del singolo giocatore, perché eseguito in piena autonomia. Infatti, in un set, in nessun’altra fase del gioco il giocatore ha completo controllo dell’azione come nel servizio.
Richiede quindi molta abilità nell'impostare la direzione e la velocità della palla, in modo da rendere difficile per il ricevitore avversario intercettarla correttamente nella ricezione. Sebbene in situazioni di gara il battitore non comunichi prima del servizio, l'allenatore può segnalargli di servire in una zona specifica. La strategia di servizio spesso mira al ricevitore più debole dell'avversario o allo spazio (zona di conflitto) tra due giocatori. Pertanto, servire con un buon controllo palla e direzione è importante.
Il servizio è chiamato "ace" quando segna il punto, ovvero se la palla cade direttamente nel campo avversario, oppure esce dopo essere stata toccata da un avversario. Questo tipo di battuta è quindi un servizio vincente, perché permette di far punto automaticamente, senza alcuna reazione avversaria.
Nelle categorie giovanili, Under 12 e Under 13, si usa la cosiddetta "battuta da sotto" (in inglese, underhand), in cui il giocatore colpisce la palla da sotto, non dall'alto. I servizi di questo tipo, più facili da imparare: si tratta, però, di un servizio più prevedibile rispetto ad altri, perché a parabola, quindi molto più lento, è considerato molto facile da ricevere e raramente è utilizzato nelle competizioni di alto livello.
Il servizio dall’alto, invece, è oggigiorno caratterizzato da una maggiore instabilità e imprevedibilità, che ovviamente lo rendono più insidioso per i giocatori avversari in ricezione.
Fino alla prima metà degli anni Novanta, il servizio poteva essere effettuato solo dai tre metri di destra della linea di fondo campo (dietro posto 1, per intenderci), ma a partire dal 1995 è consentito battere lungo tutta la linea dei 9 metri (dietro anche posto 6 e posto 5), aumentando così la tipologia di direzioni possibili.
Si distinguono quindi i seguenti tipi di battuta nella pallavolo:
- float: la battuta flottante si esegue colpendo la palla in modo rapido e deciso, senza imprimere alcuna rotazione che potrebbe comprometterne la traiettoria. Per eseguirla, è necessario lanciare la palla in alto davanti a sé, colpendola poi con un movimento secco e preciso della mano aperta, mantenendo i piedi ben saldi a terra. È la battuta che ha caratterizzato la pallavolo fino agli anni Novanta e continua a essere insegnata nelle giovanili come progressione didattica per imparare le due tipologie seguenti di servizio, oggi probabilmente le più usate;
- topspin: un servizio dall'alto in cui il giocatore lancia la palla in alto e la colpisce con la parte bassa del palmo, dandole una rotazione e un'inerzia che la fa volare più velocemente di quanto farebbe dal basso, e aiuta a mantenere una traiettoria più diritta. I servizi in topspin sono generalmente colpiti forte e mirati a una specifica parte del campo. Sono usati raramente al di sopra del livello di gioco delle scuole superiori;
- jump float: è un tipo di battuta flottante che viene eseguita con un salto, che consente di aumentare la velocità del pallone e di ottenere un servizio più aggressivo rispetto alla versione tradizionale con i piedi a terra. In questo caso, il pallone si lancia più in alto possibile per essere colpito con mano ferma e con un gesto secco. La sua traiettoria sarà estremamente imprevedibile, rendendo la sua ricezione più difficile da gestire. Nei giocatori più alti, inoltre, permette traiettorie dall’alto verso il basso o comunque più ficcanti rispetto alla battuta float tradizionale;
- jump spin: per effettuare questa tipologia di battuta, il giocatore si posiziona distante dalla linea di fondo e lancia il pallone leggermente in campo a un’altezza utile per imprimere un movimento di rotazione efficace, utilizzando la mano con cui poi lo colpirà. A questo punto, si procede con i passi tipici per un perfetto salto nella pallavolo (“sinistra destra sinistra” per i destrorsi e “destra sinistra destra” per i mancini) e si colpisce la palla il più forte possibile. Questo tipo di servizio, se eseguito al meglio, è molto potente e non lascia il tempo di organizzare una buona difesa alla squadra avversaria. Come nel caso della jump float, permette ai giocatori più dotati fisicamente di battere con traiettoria dall’alto verso il basso, rendendo il colpo ancora più difficile da ricevere.
Scelta della battuta
I due tipi di battuta preferiti nella pallavolo sono la jump float e la jump spin, ma quale effettuare?
Se lo svantaggio della jump float consiste nel riuscire a generare meno ace rispetto ad altre tecniche di servizio, visto che è meno veloce, effettuare una jump spin è sempre un rischio, perché – se non eseguito con abbastanza potenza – potrebbe risultare inefficace e facilmente prevedibile dalla squadra avversaria.
Inoltre, la battuta jump spin richiede una buona dosa di coordinazione e una capacità di lancio della palla che prevede tanto, tanto allenamento. Ogni giocatore e ogni squadra devono valutare come muoversi a seconda della situazione in campo e della tecnica che si vuole implementare.
Quando bisogna decidere quale tipologia di battuta effettuare, si deve valutare se ricorrere a una battuta tattica o a una forte, a seconda dell’obiettivo che si vuole raggiungere:
- le battute tattiche sono quelle che vengono effettuate con l’obiettivo di creare un’opportunità tattica per la squadra, impedendo alla squadra avversaria di costruire un attacco efficace e di ottenere, conseguentemente, un punto facile. Può essere tattico, per esempio battere sulla schiacciatrice di prima linea per renderle più difficoltosa la rincorsa di attacco dopo la ricezione oppure battere molto corto per togliere completamente un giocatore dalla fase di attacco;
- la battuta forte, invece, è potente e veloce: ha l’obiettivo di ottenere un punto diretto. In questo caso, l’allenatore difficilmente darà all’atleta un obiettivo, ma gli chiederà semplicemente di eseguire la propria battuta migliore.
Un battitore efficace deve quindi sviluppare sia un servizio potente che la capacità di servire in una zona specifica.