Il «tempo d’attacco» è un concetto che si può sintetizzare come adeguata tempestività tra alzata e dinamica esecutiva della schiacciata.

Si parla in particolare di:

  • attacchi di terzo tempo (palla alta)
  • attacchi di secondo tempo (palla mezza)
  • attacchi di primo tempo (palla veloce)

Il tempo è fondamentale: si tratta di far partire la rincorsa (e quindi l’attacco) nel momento giusto, in modo da arrivare a colpire la palla nel punto più alto possibile.

Attacchi di terzo tempo

Questo è il tempo più difficile: l’attaccante inizia la rincorsa dopo che la palla è uscita dalle mani del palleggiatore e l’alzata è nel punto più alto  della sua parabola e comincia la fase di discesa. La palla è impattata durante la fase discendente.

E’ importante partire dopo la palla, in questo modo la rincorsa può correggere eventuali alzate non precise, valutandone la traiettoria prima della rincorsa d'attacco.

Quindi il tempo di attacco è sempre diverso perché dipende dalla parabola in alzata in quanto si parte dopo che la palla è uscita dalle mani del palleggiatore.

Il terzo tempo è la schiacciata più difficile perché:

  1. il muro è piazzato;
  2. la difesa è già pronta;
  3. ogni volta devo cercare un tempo diverso.

Attacchi di secondo tempo

Nell’attacco di secondo tempo, l’attaccante parte nel momento in cui l’alzatore sta per toccare la palla e di conseguenza si trova sul primo passo della rincorsa (passo 1, cioè il sinistro per i destrimani, ovvero il 2° appoggio), quando il palleggiatore ha la palla in mano.

La palla è impattata nel punto morto superiore, all'inizio della parabola discendente della palla che ha una traiettoria leggermente più alta di quella del primo tempo.

Attacchi di primo tempo

Per gli attacchi di primo tempo, l’attaccante deve essere allo stesso passo della palla che sta arrivando all’alzatore.

Quando l’alzatore sta per palleggiare, l’attaccante - specialmente nella pallavolo maschile - di solito è già in fase di stacco (primo tempo anticipato) così da dare meno tempo all'avversario per posizionare la difesa.

La palla è dunque impattata durante la fase ascendente della traiettoria d'alzata.

Schemi d'attacco

Gli attacchi sono funzione del ruolo del giocatore che ne viene coinvolto.

Nella pallavolo, come in tutti gli altri sport, l’utilizzo degli schemi serve a scegliere ed automatizzare quella che in quel momento rappresenta la soluzione migliore per segnare il punto.

Si tratta quindi di una analisi della differenza di caratteristiche tra i nostri giocatori in attacco e gli avversari in difesa:

  • ...in questa rotazione quale dei nostri attaccanti è il più forte?
  • ...quale punto del muro avversario è più basso o più debole?
  • ...che caratteristiche ha la difesa avversaria?

...e tante altre domande che rappresentano la tattica di gioco…

Nelle squadre professionistiche, ma anche in certe squadre particolarmente evolute, le caratteristiche si studiano e si valutano anche dai video delle partite precedenti, così da avere già una situazione abbastanza chiara prima ancora di iniziare la partita (match analysis).

Nelle gare invece dove non abbiamo analizzato la storia precedente della squadra avversaria, non conosciamo le caratteristiche dei giocatori, non sappiamo che tipo di difesa impostano, sia le atlete che l’allenatore devono accelerare i tempi di analisi e cercare di trovare i punti deboli degli avversari in breve tempo.

Una volta individuata la tattica da adottare, attraverso le chiamate dell’attacco il palleggiatore, su consiglio dell’allenatore, imposta il gioco nel miglior modo possibile.

I gesti usati dal palleggiatore e le chiamate dell’attacco, in linea di massima sono standardizzati, cioè quasi tutti gli alzatori seguono un codice simile, anche se ogni squadra, ovviamente, può decidere in modo differente e avere i suoi piccoli segreti.

Con una sola mano si possono chiamare più di dieci schemi. Gli alzatori infatti, con sole cinque dita, utilizzando un codice internazionale, riescono a chiamare dieci numeri.

pallavolo chiamate attaccoChiamate d'attacco

L’uno è l'indice, il due indice e medio e così via. La presenza del pollice indica i numeri dal cinque in su: quindi pollice e indice significano sette e non due. Il pugno è il dieci.

I palloni avanti al palleggiatore si indicano con numeri dispari, quelli dietro con numeri pari.

Nel maschile, peraltro, la tendenza è che c’è un rapporto più stabile tra palleggiatore (indicato di solito negli schemi con P) e centrale (indicato di regola con C), di modo che se il palleggiatore è spostato il centrale lo segue.

Inoltre l’anticipo è un pochino maggiore perché il palleggiatore prende palla più in alto rispetto al femminile, per cui il centrale deve compensare il tempo di stacco.