Durante il servizio di sorveglianza archeologica svolto dall'Ing. Damiano Martorelli, phD nell'ambito di un cantiere per il miglioramento fondiario e l'impianto di un nuovo vigneto in Loc. Fiamene a Negrar di Valpolicella (VR), in zona sottoposta a vincolo dalla Sovrintendenza di Verona, sono stati rinvenuti importanti testimonianze di felci fossili in uno strato calcareo.
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L'interpretazione provvisoria è che si tratti di vegetazione in un area palustre in quello che all'epoca era il confine con l'area marina (in modo simile alle Everglades della Florida). Un importante evento calamitoso ha comportato un fenomeno alluvionale consistente (lo spessore stimato dello strato calcareo è di circa un metro) tale da inglobare la vegetazione.
Questa, prigioniera del fango, non ha avuto modo di degradare a causa delle condizioni anaerobiche dello strato fangoso. Con il successivo innalzamento dei mari, un ulteriore strato calcareo bianco ha seppellito per millenni lo spessore, mineralizzando la vegetazione.
La successiva orogenesi alpina, iniziata oltre duecento milioni di anni fa, ha successivamente portato in alto lo strato ormai mineralizzato alla quota attuale (circa 1000 m. s.l.m.).
Durante i lavoro di sbancamento per la creazione di ciglioni per fini di viticoltura, è stato inciso lo strato superficiale calcareo bianco e in profondità di circa 50 cm dalla superficie attuale sono emersi i blocchi in calcare rosso con le bellissime testimonianze dell'antica vegetazione impresse nella pietra in modo indelebile, con un ricco dettaglio della componente vegetale visibile ancora ai giorni nostri.