Il Coaching nasce dalle intuizioni di Timothy Gallwey che nel suo best seller "The Inner Game of tennis", nei primi anni '70, ha focalizzato le attività sulla sfera interiore e sulla conoscenza di sé.
Qualche anno dopo John Whitmore (un noto consulente aziendale), rimase affascinato dal lavoro di Gallwey, tanto da volerlo rielaborare per il mondo aziendale. Nell’adattare il metodo di Gallwey dal mondo dello sport a quello dell’azienda si evidenziarono incredibili corrispondenze e affinità.
Fu così che a partire dagli anni ´80 le prime grandi multinazionali americane come Coca-Cola e IBM, sulla scorta delle originarie intuizioni di Gallwey e Whitmore, iniziarono ad offrire ai propri dipendenti i primi “incontri” (sessioni) di Coaching.
Verso la fine degli anni ´90 arrivarono i primi studi sugli straordinari incrementi di produttività dei manager che avevano intrapreso un percorso che combinava Coaching e Formazione. Fin dal principio fu evidente che efficacia, efficienza, performance e obiettivi, saldano il Coaching all’azione, al comportamento, ai risultati da avere sul campo.
Il coaching consiste dunque nel "liberare le potenzialità di una persona perché riesca a portare al massimo il suo rendimento; aiutarlo ad apprendere piuttosto che limitarsi a impartirle insegnamenti" (Whitmore). Il miglior funzionamento e la resa più efficiente del Coaching avviene quando il cliente da un lato è motivato al cambiamento, dall’altro è alla ricerca delle sue migliori potenzialità.
Per informazioni e/o concordare un incontro di pre-analisi delle esigenze in merito, scrivere a:
Il Coaching "nasce" in ambito sportivo dalle intuizioni di Timothy Gallwey che nel suo best seller "The Inner Game of tennis", nei primi anni '70, ha focalizzato le attività sulla sfera interiore e sulla conoscenza di sé.
Qualche anno dopo John Whitmore (un noto consulente aziendale), rimase affascinato dal lavoro di Gallwey, tanto da volerlo rielaborare per il mondo aziendale. Nell’adattare il metodo di Gallwey dal mondo dello sport a quello dell’azienda si evidenziarono incredibili corrispondenze e affinità.
Fu così che a partire dagli anni ´80 le prime grandi multinazionali americane come Coca-Cola e IBM, sulla scorta delle originarie intuizioni di Gallwey e Whitmore, iniziarono ad offrire ai propri dipendenti i primi “incontri” (sessioni) di Coaching.
Verso la fine degli anni ´90 arrivarono i primi studi sugli straordinari incrementi di produttività dei manager che avevano intrapreso un percorso che combinava Coaching e Formazione. Fin dal principio fu evidente che efficacia, efficienza, performance e obiettivi, saldano il Coaching all’azione, al comportamento, ai risultati da avere sul campo.
Il coaching consiste dunque nel "liberare le potenzialità di una persona perché riesca a portare al massimo il suo rendimento; aiutarlo ad apprendere piuttosto che limitarsi a impartirle insegnamenti" (Whitmore). Il miglior funzionamento e la resa più efficiente del Coaching avviene quando il cliente da un lato è motivato al cambiamento, dall’altro è alla ricerca delle sue migliori potenzialità.
Che tu sia un manager, o il responsabile di un team, o un project manager, il coaching ti può aiutare a raggiungere i tuoi obiettivi. Non solo: tutto il team può trovare giovamento nel raggiungimento dell'obiettivo tramite il coaching, aiutandolo a concentrarsi su ciò che veramente è importante, riducendo o eliminando le interferenze che si palesano nel percorso verso l'obiettivo.
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Il Coaching "nasce" in ambito sportivo dalle intuizioni di Timothy Gallwey che nel suo best seller "The Inner Game of tennis", nei primi anni '70, ha focalizzato le attività sulla sfera interiore e sulla conoscenza di sé.
Qualche anno dopo John Whitmore (un noto consulente aziendale), rimase affascinato dal lavoro di Gallwey, tanto da volerlo rielaborare per il mondo aziendale. Nell’adattare il metodo di Gallwey dal mondo dello sport a quello dell’azienda si evidenziarono incredibili corrispondenze e affinità.
Il mental coaching in ambito sportivo consiste in un metodo finalizzato al miglioramento delle performance personali, attraverso l'utilizzo e l'allenamento delle proprie potenzialità, al fine di raggiungere i propri obiettivi "sfidanti".
Che tu sia un atleta, o il responsabile di un team, il coaching ti può aiutare a raggiungere i tuoi obiettivi. Non solo: tutto il team può trovare giovamento nel raggiungimento dell'obiettivo tramite il mental coaching, aiutandolo a concentrarsi su ciò che veramente è importante, riducendo o eliminando le interferenze che si palesano nel percorso verso l'obiettivo.
Il Coaching è una metodologia processuale/relazionale, una vera e propria partnership (un’alleanza tra un Coach ed il suo Cliente) che si concentra fondamentalmente:
Nello sport, l’allenatore (trainer) è responsabile di tutto ciò che riguarda l’allenamento e la preparazione fisica dell’atleta: pertanto, si occupa di addestramento muscolare, insegnamento tecnico, esercitazioni fisiche, pianificazione delle routine, controllo e valutazione dell’allenamento.
Lo Sport Coaching differisce dal Training sportivo (inteso come “allenamento” in senso stretto) perché rivolge la propria attenzione sulle dinamiche mentali dell’atleta e su tutte le problematiche legate all’influenzamento della motivazione: concentrazione, ansia, stress, capacità attentive, ecc.
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Lo Studio Martorelli, con il suo titolare Damiano Martorelli, ha collaborato in ambito accademico universitario a progetti nell’ambito dell’ingegneria, sia generalisti che in ambito cultural heritage.
L'Ing. Damiano Martorelli, PhD è infatti archeologo certificato di 1 fascia (ANA.Prot_19_236_2023), ai sensi del DM 244/2019, associato all'Associazione Nazionale Archeologi (ANA), e in possesso dei requisiti per l'esecuzione di "Indagini di Archeologia Preventiva" con emissione del Documento Finale ex D.Lgs 50/2016, art. 25.
Pertanto è abilitato all'esecuzione di sorveglianze archeologiche a richiesta su cantieri, come richiesto dalle Sovrintendenze. Avendo doppia abilitazione, sia come archeologo che come ingegnere d'ambito civile, l'Ing. Martorelli Damiano, PhD può adempiere al meglio conoscendo molto bene entrambi i mondi.
Tiene anche corsi di formazione e seminari divulgativi in diversi ambiti storici e archeologici. Inoltre, è consulente storico/scientifico e membro del direttivo dell'Associazione di Rievocazione Storica Luporum Filii, e ha pubblicato diversi saggi (per la bibliografia completa, consultare la sezione dedicata Pubblicazioni in questo sito).
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AML Anti Money Laundering – in italiano Antiriciclaggio – si intende l’azione preventiva e la lotta al riciclaggio di beni, denaro o altre utilità in genere. L’attività di riciclaggio in sé e per sé consiste nell’investire capitali provenienti da reato all’interno di attività lecite, così da rendere difficoltosa la loro identificazione. Attraverso questo meccanismo, ogni bene frutto di attività illecita (traffico di stupefacenti, evasione fiscale, rapina, sequestro o qualsivoglia reato non colposo) viene “ripulito” dal suo alone di illiceità e reintrodotto nel circolo economico attraverso sbocchi perfettamente legali.
L’antiriciclaggio è un argomento molto complesso, proprio per questo motivo la normativa in materia si articola di diverse fonti. In prima istanza possiamo fare una distinzione tra: normativa internazionale e normativa nazionale.
Con l'evoluzione delle tecnologie e delle innovazioni negli anni, si sono infatti evoluti anche i metodi per ripulire il denaro “sporco”, che tendono sempre più a coinvolgere soggetti inseriti in attività economiche lecite, spesso ignari del contributo dato alle operazioni criminali.
Per far rientrare questo denaro (o beni di altra natura) nell’economia lecita, infatti, un coinvolgimento di operatori economici, intermediari finanziari, o professionisti a vario titolo coinvolti in medesimi circuiti economici, è tipicamente necessario.
Ecco perché istituti finanziari, banche, intermediari, assicurazioni e molteplici categorie professionali del settore siano vincolati all’adempimento di specifiche disposizioni per prevenire, identificare e combattere questi fenomeni di riciclaggio secondo quanto previsto dal decreto legislativo 231/07. Questo decreto, di fatto, ha introdotto nell’ordinamento nazionale una serie di adempimenti antiriciclaggio con uno scopo preciso: proteggere la stabilità e l’integrità del sistema economico e finanziario.
Lo Studio si occupa della supervisione dei sistemi e delle procedure antiriciclaggio adottate dal Cliente, secondo le migliori best practises correnti. Per ulteriori informazioni contattare il nostro Studio a
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