






Nel seguito vengono proposti i link ai materiali didattici presentati alle mie atlete in allenamento.
Il palleggiatore Saitta in azioneSia su alzate alte e lontane che su alzate vicine e veloci è fondamentale la precisione di palleggio.
È questa, sicuramente, la caratteristica più tipica dell'alzatore, che deve mettere i propri compagni di squadra in condizione di schiacciare in modo positivo. Il regolare rendimento di uno schiacciatore è, infatti, in larga misura frutto di una precisione costante nelle alzate che riceve.
Inoltre, a parità di precisione di palleggio, quello che fa la differenza tra un regista e un altro, è la scelta del tipo di alzata, che può condizionare sostanzialmente il rendimento dei singoli attaccanti e, di conseguenza, di tutta la squadra. Si parla in questo caso di intelligenza tattica.
A ogni palleggio è necessaria una grande lucidità per sfruttare al massimo sia le potenzialità d'attacco dei propri schiacciatori, sia le debolezze difensive dell'avversario.
Fondamentale risulta anche la reattività negli spostamenti: è necessaria in quanto raramente il palleggiatore si trova già in partenza nel punto di campo dove eseguirà effettivamente il secondo tocco e spesso è costretto, invece, a coprire parecchi metri di corsa per arrivare in posizione corretta sulla palla. Un alzatore con tempi di reazione modesti sarà frequentemente in ritardo e quindi, trovandosi fuori equilibrio, difficilmente riuscirà ad alzare palloni decenti ai propri attaccanti
Un tocco di palla morbido e naturale è anche importantissimo. Esistono essenzialmente due tipologie di alzatori: quelli che posseggono un tocco naturale di palleggio e quelli che, invece, se lo sono costruito negli anni con l'allenamento.
La differenza sostanziale tra queste due categorie è che i primi hanno meno difficoltà a fronteggiare situazioni particolarmente stressanti mentre i secondi, in posizioni di scarso equilibrio o in condizioni di elevata tensione fisica e psicologica, tendono a "sporcare" il palleggio, che può anche diventare impreciso e falloso (fallo di doppia).
L'altezza dei giocatori è diventata di importanza determinante (o se è di bassa statura il giocatore deve possedere una buona elevazione), soprattutto per poter contrastare a muro gli attacchi avversari. Anche i palleggiatori hanno risentito di questa tendenza, tenendo conto, poi, del fatto che l'alzatore, quando è in prima linea, dovrà murare l'attacco dello schiacciatore laterale della squadra avversaria.
Il palleggiatore (o alzatore, setter in inglese) rappresenta l’elemento cardine su cui si basa il sistema offensivo di una squadra, settore determinante ai fini della prestazione.
Infatti è il ruolo di collegamento tra la ricezione (o la difesa) e la realizzazione dell'attacco.
La sua posizione iniziale nella formazione ne determina la cosiddetta "fase" (numerata da 1 a 6, ovvero P1, P2, etc.), da cui deriva la posizione degli altri atleti e i possibili schemi di gioco da poter attuare.
Deve essere un leader, non soltanto in campo, ma anche fuori.
Deve possedere un patrimonio di capacità coordinative che deve essere il più ampio possibile, sulla cui base si può inserire un elevato livello della tecnica specifica del palleggio.
È sicuramente il giocatore che coopera maggiormente con l'allenatore e ne condivide programmi e strategie.
Anche se, ad alto livello, si tende sempre più ad una semplificazione ed omologazione delle scelte tattiche, la difficoltà nel quadro della costruzione del gioco del palleggiatore sta nella gestione delle varie tipologie di alzate da realizzare.
Un palleggiatore deve combinare la varietà delle traiettorie, la loro precisione, adattare la loro velocità e la loro altezza a ciascuno degli attaccanti, e restare imprevedibile per quanto possibile per i giocatori a muro avversari.
La ricerca di una posizione neutra sotto la palla per tutti i tipi di alzata rende più difficile, per il muro avversario, la lettura delle scelte tattiche.
Nell’alto livello, il palleggiatore effettua la quasi totalità delle sue alzate in sospensione. Questo nasce:
Nel seguito vengono proposti i link ai materiali didattici presentati alle mie atlete in allenamento.
Il muro, o blocking, è la principale azione difensiva dei giocatori che stanno a rete per fermare o alterare l'attacco di un avversario.
Il muro può anche essere offensivo, mirando a fermare completamente l'attacco e facendo rimanere la palla nel campo avversario.
Un muro offensivo ben eseguito viene eseguito saltando e allungandosi per oltrepassare la rete con le braccia, sporgendole nell'area dell'avversario. Richiede quindi di anticipare la direzione della palla in attacco.
Il muro fa parte dei fondamentali delle fasi di:
Il muro viene classificato in base al numero di giocatori coinvolti. Si può quindi parlare di muro singolo, doppio o triplo.
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Il muro è un fondamentale che non presenta differenziazione tecnica particolare ma le esigenze di gioco indicano delle strategie di adattamento situazionale funzionali utilizzate dai giocatori
Non sempre il muro è efficace. Inoltre, talvolta viene aggirato con sistemi di attacco diversi dalla schiacciata (es: pallonetto!).
Tuttavia, un muro che obbliga l'attaccante a usare strategie diverse è considerato comunque molto utile.
La posizione del muro influenza le posizioni in cui si collocano gli altri difensori, mentre i battitori avversari schiacciano.
Partiamo da quelli che possiamo definire gli obiettivi fondamentali del muro; vale a dire:
Tali punti raggiungeranno la maggiore efficacia quanto migliore sarà la tecnica esecutiva. Infatti per poter eseguire azione di muro efficace non è indispensabile essere molto alti o saltare molto, vale a dire non è l’altezza del muro a determinarne il successo ma un insieme di altre qualità che investono:
In particolare, la valutazione del tempo di salto più opportuno sarà da mettere in relazione al tipo di costruzione scelta dall’avversario e determinerà i tempi precisi delle traslocazioni e dei salti!
saranno da mettere in relazione allo “spazio” che il muro dovrà prendere.
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